Sentire la bocca del bagno pronta ad accoglierti, sentirne il respiro caldo e affannoso, è un’estasi indescrivibile. Percepirne l’incertezza, forse anche paura dell’imminente, rilassarti e lasciare che flussi di feci e urina riempiano la sua bocca, il suo viso. La vista dall’alto eccita e commuove, una tale carica di energia, potenza.
- Schiaffo della schiava mano e piede, pipì mattutina: quanto sia piacevole allargare il culo dello schiavo fino alle dimensioni massime, per penetrarlo con le mie mani e piedi, far sì che entrino facilmente ed egli ansimi di piacere. Ancora più entusiasmante, fargli bere la mia pipì al mattino, che lui beva, ingoiando questa urina intensa e profumata. Era questo uno dei motivi per cui ho voluto uno schiavo marito, per permettermi questi piccoli piaceri quando ne ho voglia.
- Il mio escremento sa di frutta kaki: guardate quante feci! Questa troia non vuol saperne di mangiarle. Volevo proprio fare la cacca, gliene ho riversato una montagna in bocca, ma si ritrae disgustata. Aprite bocca, succhiate, apritela larga. Dimmi com’è il mio escremento, parla. Cosa dici? Come kakafrutti? Sai cos’è il kakafrutto? Mio marito lo sa, lui toilettesà lo sa. Infilo le dita nella sua morbida diarrea e gliela faccio assaggiare. Ne farò presto un vero amatore delle feci. Lecca il mio sedere, puliscilo, leccalo tutto sporco.