La padrona tirò la catena del schiavo per svegliarlo e trascinarlo fuori dalla sua cella. Accovacciandosi sicura di sé, sapeva di avere un carico massiccio solo per lo schiavo. Il suo ano si sentiva secco e si allargava un po’ di più, ma quando si espandeva, la punta schiacciata della merda usciva facilmente, riempiendo il grande contenitore di vetro con la merda del giorno. Lo schiavo arricciò il naso al potente odore e presto tutta la stanza odorava di intestini della padrona. I fetidi odori si alzavano dal contenitore e l’ometto si leccava i labbra per il suo pasto più grande. Seppe il viso nel contenitore, sentendo la gloriosa massa di merda sulla faccia, nella bocca e sui denti.