Mi avvicino al schiavo immobilizzato in modo seducente, accarezzandolo ed esaminandolo. Un sospiro di piacere mi sfugge: “Yum yum”, pensando che si riferisca alla sua presunta corpulenza. Ed è vero, ma gli spiego che il mio desiderio non è quello di giudicarne l’alimentazione, bensì di gustarlo come meritano le mie voglie dell’ora del tè.
Affondo i denti sul suo ventre, sul petto, sulla mano fino a quando il suo sapore e i suoi gemiti soddisfano la mia golosa curiosità.